venerdì 15 dicembre 2017

Il Movimento dei Cittadini Sicilia… “Aiuta alla Vita”

L’Associazione di Volontariato Movimento dei Cittadini Sicilia, con approvazione dell'Assemblea dei Soci, ha deliberato di destinare i proventi del “5 per 1000” all'Associazione di Volontariato Centro di Aiuto alla Vita (CAV) di Palermo.

In data 15 dicembre 2017, in occasione del pranzo sociale presso la sede del CAV in corso Tukory,184, abbiamo donato abbigliamento, corredini, copertine, ecc. per neonati.
Tale gesto di solidarietà è stato indirizzato per andare incontro alle necessità delle donne assistite dal CAV, al fine di sostenere le meritorie attività sociali, svolte negli anni dall'Associazione, che persegue come obiettivo primario la prevenzione dell'aborto nel rispetto della legge 194/78, la cui finalità è di creare le condizioni atte a superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza (art. 2 d).
La delibera del MCS scaturiva, inoltre, dai reiterati furti con scasso subiti, che
hanno creato notevoli danni non solo al CAV, ma, soprattutto, nei confronti delle mamme assistite.
La donazione conferma l’attenzione del MCS a vantaggio delle Cittadine e dei Cittadini che vivono in condizioni di disagio.
Alla cerimonia di consegna il CAV ha desiderato esternare immenso senso di gratitudine da parte di tutti i Volontari e delle Persone assistite che, a loro volta, con entusiasmo hanno fatto da cornice ad un gesto significativo ed alquanto apprezzato.
Siamo felici che tale consegna è avvenuta  in occasione delle prossime festività natalizie, fiduciosi di offrire un po' di serenità alle assistite.
Un gesto di solidarietà e di attenzione a favore della collettività dimostrando, anche, la sinergia tra Associazioni di Volontariato.


Ciò che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi.
Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale.

(Harvey B. Mackay)

sabato 9 dicembre 2017

La cooperativa sociale Immagine presenta l'evento CREA LAVORO

Il 9 dicembre si è conclusa la due giorni "Crea Lavoro", promossa dalla Cooperativa sociale  Immagine  con l’apertura di Villa Castelnuovo.
La Storia ha già registrato il nome eccelso di Carlo Cottone, Principe di Castelnuovo, come prototipo di patriota e di filantropo, di cittadino e di uomo. Di lui, reso oramai immortale, può dirsi con l' Emmerson: fu un vero carattere, rispecchiando la coscienza della società civile dei suoi tempi con manifestazioni nobilissime, ammirate dall' universale.”
Oltre alla Cooperativa Immagine, hanno sostenuto l’evento le Associazioni di Volontariato Movimento dei Cittadini Sicilia, ArteInsieme, Iseum, Mosaicando, Panagiotis, l’Associazione italiana agricoltura biologica, l’APS Passepartout, l'Arnia delle Meraviglie, Zafferano Ruta, Insoliti artigiani, A.O.P.C.S. Protezione Civile, Artisti ed artigiani vari.
Momenti unici, quindi, che hanno visto insieme per la prima volta in assoluto la sinergia collaborativa di Enti del Terzo Settore.
Apprezzati i prodotti biologici ed i manufatti esposti, tra i quali le foto e l’album autobiografico “ un passo alla volta” di Alberto Bilardo.
L’evento, come affermano Eugenio e Fabrizio Zanca, ha desiderato porre l’attenzione sulla “Solidarietà attraverso il lavoro” che consiste nel creare occupazione per le Persone svantaggiate in modo da avviare un reale ed un concreto processo di inclusione sociale.
La Cooperativa ha già avviato un’attività lavorativa con il “Social Garden”, un piccolo vivaio di piante verdi e fiorite gestito da Persone con fragilità sociale ed è sua intenzione di realizzare un punto vendita di prodotti biologici, acquistabili a chilometro zero.
Ma la due giorni non ha desiderato limitarsi ad una mostra/esposizione bensì offrire ai visitatori ed ai partecipanti l’informazione e la conoscenza storica dell’Istituto agrario, spaziando, a tratti, sulla piana dei Colli e soffermandosi sulla vita del principe
Carlo Cottone, a mezzo visite guidate alquanto apprezzate e professionalmente condotte dal prof. Giuseppe Castronovo (Socio del Movimento dei Cittadini Sicilia).
Apprezzata la presenza di Rossella Giletto (Age Pitrè) ed aderente al Comitato educativo per la promozione e la valorizzazione del territorio della VI Circoscrizione, come quella dell’Unione Sociale che ha realizzato, in un bene confiscato, la prima ed unica in Italia Casa del Terzo settore.
Di rilevanza la visita del Sottosegretario di Stato Davide Faraone che, elogiando l’iniziativa, ha affermato che eventi simili vanno replicati ed amplificati.
Il Sottosegretario, forte della sua esperienza politica, dei ruoli ricoperti e dell’attenzione mostrata nei confronti delle Persone con disabilità, si è intrattenuto con ciascun partecipante all'evento, mostrando interesse alle diverse e variegate attività, compiaciuto di avere conosciuto tante realtà che spesso, pur operando in sordina, danno lustro alla città metropolitana di Palermo.



Agricoltura, Terzo settore, Cultura e Cittadini/e attivi/e hanno fatto rivivere il principe Carlo Cottone.


n.b. le foto dell’evento sull'album “CREA LAVORO” sulla pagina facebook del Movimento dei Cittadini Sicilia

giovedì 7 dicembre 2017

CONVEGNO "NON SOLO IL 3 DICEMBRE"

il 29 novembre 2017, nel rispetto del programma,  si è svolto presso l’auditorium della RAI Sicilia il convegno NON SOLO IL 3 DICEMBRE, che ha colmato tutti i posti disponibili.
Promosso ed organizzato dalla scrivente Associazione di Volontariato Movimento dei Cittadini Sicilia con il supportodel Centro Servizi per il Volontariato di Palermo e degli Operatori preposti, i quali hanno sostenuto concretamente, fattivamente e con professionalità l’iniziativa.
Dinamica si è dimostrata la partnership del Coordinamento regionale per i diritti delle Persone con disabilità, dell’Associazione di Volontariato Arteinsieme, dell’Ufficio nazionale del Garante per i diritti delle Persone con disabilità e dell’Associazione di protezione civile AOPCS. 

Il titolo desiderava scuotere la società civile sul fatto che non bisognava attendere il 3 dicembre "Giornata Internazionale delle persone disabili" per porre la dovuta attenzione alle loro problematiche ed ai loro diritti. 
Necessita, infatti, quotidianamente adoperarsi, a qualunque livello di responsabilità civica, solidale e di buona politica perché le Persone "diverse ma speciali" hanno urgenza di avere riconosciuto il diritto a condurre una vita “normale”.
Il convegno ha desiderato, attraverso testimonianze dirette, ostentare un approccio diverso alla disabilità, offrendo riflessioni in un ottica realisticamente positiva, per il superamento del pietismo e dell’indifferenza che sono insite, purtroppo, in una buona parte di popolazione e della politica.
Persone che sono un esempio per tutta la collettività e che, supportati dalle famiglie e da Cittadine e Cittadini solidali, con il loro coraggio, la loro forza interiore e la loro ferma volontà sono riuscite a superare i limiti del loro stato di disabilità.
Non sono mancate ulteriori testimonianze da parte di coloro che si prodigano con impegno per rendere possibile quanto le stesse Persone con disabilità, ritenevano difficile ed, a tratti, impossibile.
Il clima creatosi nella sala è stato di sano e forte coinvolgimento attivo che ha prodotto reale integrazione.
Le testimonianze rese sono state alquanto toccanti e di stimolo, rendendo l’auditorium impregnato di un’atmosfera di benessere.
Non sono state rivelate differenze di alcun genere, riscontrando una certa predisposizione ad un coinvolgimento partecipativo.
E' stato ricordato Salvatore Crispi, il gigante dei diritti delle Persone con disabilità.
Un doveroso grazie alla Direzione della RAI Sicilia.

domenica 19 novembre 2017

Castello Utveggio – percorso d’arte e di abbandono

Ricordo che da ragazzo, dopo un’estenuante scalata in bicicletta e trovandomi al cospetto del maestoso castello Utveggio, osservavo la presenza di pecore e capre all'interno. 
Infatti, utilizzando la fatiscente recinzione esistente, qualche pastore aveva usufruito del castello come rifugio per il proprio gregge.
Ero giovane, ma mi domandavo se tale "destinazione d'uso" era quella auspicata dal cavaliere Michele Utveggio.
Dopo molti anni ho partecipato ad un convegno ed ho avuto modo di apprezzare l’imponente struttura liberty, restaurata e dotata, appunto, di una sala convegni con l’impianto di traduzione simultanea ed una foresteria.
I convegnisti restavano esterrefatti apprezzando il sito ed il panorama.
Nello scorso mese di ottobre è nata l’Associazione Salviamo castello Utveggio, e di recente l’Amministrazione comunale di Palermo ed un deputato (Michele Anzaldi n.d.r.) hanno sollevato richieste di affidamento, interpellanze per dar vita ad un tavolo istituzionale affinché tale bene di proprietà della Regione siciliana non si trasformasse nuovamente in "una stalla".
Castello Utveggio nel corso degli anni ha ricevuto diverse attenzioni quali albergo di lusso, casinò ed ultimamente, come già accennato, sede di formazione manageriale.
Certo gli investimenti e gli introiti sono motivo di grandi interessi, ma, a nostro modesto avviso, è un BENE COMUNE e quindi la sua destinazione deve essere per l’intera collettività e mai affidata ai singoli.
Avvicinandosi l’anno 2018, nel quale la città di Palermo sarà capitale della cultura ed accoglierà tanti turisti, necessitano urgenti azioni per la sua valorizzazione, la relativa sistemazione, accessibilità e messa in sicurezza della rete viaria che conduce al castello.
SALVIAMO CASTELLO UTVEGGIO, MA ANCHE MONTE PELLEGRINO   

Cenni di storia (tratto da Wikipedia)
Il castello Utveggio è un imponente palazzo in stile liberty simile ad un castello neogotico dal caratteristico colore rosa pallido, posto sul promontorio del monte Pellegrino (parte integrante e caratterizzante del "più bel promontorio del mondo" come Goethe definì monte Pellegrino nel suo celebre Viaggio in Italia) a 346 m sul livello del mare, con vista sulla città di Palermo.
La costruzione dell'edificio iniziò nel 1928, venne ultimato nel 1933 ed inaugurato l'anno successivo. Il progetto era dell'architetto Giovan Battista Santangelo, professore della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Palermo, che lo eseguì per volere del cavaliere Michele Utveggio. Il cavaliere, che aveva acquistato nel 1927 i terreni dal comune di Palermo, finanziò l'intera opera, compresa la strada di collegamento e il sistema di approvvigionamento idrico.
L'edificio venne quindi adibito ad albergo di lusso, al quale venne dato il nome di Grand Hotel Utveggio. 
La posizione fu scelta per sfruttare l'invidiabile vista sul golfo di Palermo e sull'intera città e, allo stesso tempo, emulare l'hotel Villa Igiea costruito nelle vicinanze.
L'impresa costruttrice, di proprietà dello stesso cavaliere Utveggio, all'epoca era una delle più moderne ed attrezzate della regione tanto che riuscì nella difficile opera in soli 5 anni.
Purtroppo l'idea imprenditoriale non ebbe fortuna nonostante l'offerta per l'epoca fosse estremamente competitiva. Dopo poche stagioni in affari, già all'inizio della seconda guerra mondiale l'attività era in forte declino; in questo periodo si tentò di aprirvi un casinò ma senza successo. La guerra e l'utilizzo della zona da parte delle truppe fasciste inizialmente, e di quelle alleate in un secondo tempo, decretarono la chiusura definitiva dell'impianto che restò per molti anni abbandonato e vandalizzato.
Nel 1984 venne acquistato e restaurato dalla Regione Siciliana ed affidato nel 1988 ad un ente con personalità giuridica per la realizzazione di una scuola manageriale di alta formazione. In questa occasione vennero aggiornati gli interni originali e furono adeguati gli impianti idraulici, elettrici ed informatici per rendere la struttura moderna.

martedì 31 ottobre 2017

Assistenti sociali: solo l’11,8% non ha mai ricevuto intimidazioni. Il 15.4% ha subito violenza fisica

Una professione tra le più problematiche in un periodo sensibilmente condizionato dalle crescenti criticità sociali. 
Un articolo che deve fare riflettere su tale professione e sulla carenza di organici e strumenti.
Necessitano azioni ed interventi urgenti.

Lo rileva una ricerca promossa dal Consiglio nazionale degli Assistenti Sociali e dalla Fondazione Nazionale Assistenti Sociali. 
L’88,2% dei professionisti è stato oggetto di violenza verbale, l’11,2% ha subito danni a beni o proprietà e il 35,8% ha temuto per la propria incolumità o quella di un familiare a causa del lavoro. 
Le maggiori criticità nei servizi a tutela dei minori e in quelli a sostegno di adulti in difficoltà.

11 Ottobre 2017 - Nel corso della propria esperienza professionale solo poco più di un assistente sociale su dieci (11,8%) non ha mai ricevuto minacce, intimidazioni o aggressioni verbali. Ben tre professionisti su venti (il 15,4% ) hanno subito una qualche forma di aggressione fisica; l’88,2% è stato oggetto di violenza verbale, mentre il 61%  ha assistito ad episodi di violenza verbale contro i colleghi. Ed ancora: l’11,2% ha subito danni a beni o proprietà addebitabili all'esercizio della professione; il 35,8% ha temuto per la propria incolumità o quella di un familiare a causa del lavoro.
Sono questi alcuni dei dati della ricerca “Conoscere per agire. Il fenomeno dell’aggressività nei confronti degli assistenti sociali” promossa dal Consiglio nazionale degli Assistenti Sociali, dalla Fondazione Nazionale Assistenti Sociali e che è stata condotta su un campione di oltre 20 mila professionisti, quasi la metà dei 42 mila assistenti sociali italiani e presentata oggi presso la sede del Cnel.
Vi hanno  collaborato i Consigli regionali degli Ordini degli assistenti sociali di Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia - Romagna, Valle d’Aosta, Friuli - Venezia Giulia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Puglia, Sicilia, Umbria, Campania e Lazio.
La ricerca è stata realizzata da Alessandro Sicora, Università della Calabria, che ne ha curato il coordinamento scientifico, Urban Nothdurfter, Libera Università di Bolzano e da Mara Sanfelici, Università degli studi di Milano Bicocca.
“Rilevante è che nel solo ultimo trimestre - e quindi in un arco di tempo relativamente breve - oltre mille tra i partecipanti alla ricerca abbiano subito forme di violenza fisiche che hanno richiesto un intervento medico importante. Dato, questo, preoccupante - considerate le conseguenze in termini di danni alla salute fisica e psicologica dei professionisti coinvolti - anche per la percezione da parte degli assistenti sociali di una sempre maggiore incidenza del fenomeno della violenza durante lo svolgimento del proprio lavoro”, commentano il Consiglio nazionale degli Assistenti Sociali e la Fondazione Nazionale Assistenti Sociali in una nota che illustra in sintesi i dati.
Secondo la ricerca, infatti,  un quarto del campione (25,4%) pensa che la violenza fisica contro gli assistenti sociali sia aumentata negli ultimi cinque anni; il 61% degli intervistati ritiene che lo sia quella  verbale, il 47,1% ritiene che episodi che comportano danni o minacce di danni a beni e proprietà sia aumentata nello stesso arco di tempo.
Emerge, poi, che i settori nettamente più a rischio sono i servizi a tutela dei minori e i servizi a sostegno di adulti in difficoltà. Circa un quarto del campione (24,5%) svolge la professione presso servizi a sostegno e tutela di bambini e famiglie; un quarto del campione (25,5%) si dedica a persone che hanno necessità di sostegno legate all’età anziana (14,1%) o a condizioni di disabilità (11,4%); il 9,3% degli intervistati lavora in servizi per adulti in difficoltà, il 5,9% si occupa di progetti sociali nell’ambito del penale o del penale minorile; 18,2% in servizi integrati socio-sanitari Solo il 3,6% è dedicato a servizi a sostegno della popolazione immigrata.

Solo una parte delle aggressioni fisiche subite vengono segnalate alle autorità di pubblica sicurezza o al proprio ente, rispettivamente nel 10,6% e 23,3% dei casi. Presumibilmente in ragione di un certo grado di sfiducia diffuso tra i professionisti. Il 49% gli intervistati dichiara, infatti, che a seguito di episodi di violenza verbale l’ente di appartenenza non ha preso alcuna iniziativa concreta per aiutarli e sostenerli.
Per Gianmario Gazzi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Assistenti sociali “il fenomeno violenza e le maggiori difficoltà nel rapporto tra assistenti sociali, istituzioni e cittadini non può prescindere  dallo stato di crescente sofferenza in cui si trova oggi il sistema dei servizi sociali. Anzi, ne è una diretta conseguenza. E’ evidente che nei nostri servizi si scarica  la sfiducia e la rabbia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Serve attivare nuovi sistemi organizzativi e strategie metodologiche per gestire meglio le criticità, così come serve - ed è ormai ineludibile - investire in risorse professionali, nella formazione anche continua oltre a costruire servizi adeguati e nella sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Silvana Mordeglia, presidente della Fondazione assistenti sociali, sollecita “l’attenzione delle istituzioni pubbliche affinché vi sia una maggiore consapevolezza delle effettive difficoltà che i nostri colleghi – complice anche una crisi economica che, almeno per quanto riguarda le conseguenze sui Servizi sociali, sembra non avere fine – sono costretti ad affrontare e gestire per poter svolgere al meglio i loro compiti. Siamo in presenza di episodi di violenza frutto di sofferenza e di tensioni sociali, ma non vanno assolutamente sottovalutati quelli che derivano anche da una falsa rappresentazione della attività degli assistenti sociali. Stereotipo, quest’ultimo, difficile da superare”.
Secondo Barbara Rosina, Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine del Piemonte e coordinatrice tecnica della ricerca “è indubbio che i servizi sociali abbiano forze inadeguate rispetto ai cambiamenti in atto ed alle nuove esigenze e spesso non riescono ad esercitare nel modo dovuto il ruolo di accoglienza del disagio, di accompagnamento e di supporto. Sono necessari, e non più rinviabili, interventi per sostenere l’intero sistema dei servizi: le soluzioni delle criticità non possono essere delegate agli operatori che sono privi delle necessarie  risorse economiche e degli strumenti necessari senza le quali è impossibile mettere in atto azioni efficaci”.
fonte, dalla quale è possibile leggere la ricerca:

sabato 22 luglio 2017

Organismo Territoriale per la promozione dei diritti delle persone con disabilità - Nessuno escluso

Era il 1989 quando per volere del Sindaco Leoluca Orlando, su sollecitazione del Presidente del Coordinamento H Salvatore Crispi, veniva istituito l’Ufficio H in piazza Unità d’Italia.
A distanza di quasi trenta anni, è stato avviato un importante processo che si occuperà delle persone affette da  disabilità e delle loro famiglie a 360°.
Siamo molto fiduciosi nei risultati che apporterà tale Organismo convinti purché, come ha affermato l’Assessore Mattina, ciascun componente, pur con le proprie peculiarità, tratti le diversificate problematiche nella sua globalità.
A nostro avviso sarebbe opportuno attuare un’altra unità dalla parte opposta della città, rispetto la sola via Taormina, in quanto molte Cittadine ed altrettanti Cittadini devono sobbarcarsi un lungo e difficoltoso tragitto per accedere agli Uffici.
Auspichiamo che, nel tempo e fatte salve le procedure organizzative, postazioni possano essere realizzate in ciascuna Circoscrizione o nei pressi.
I diversi interventi testimoniano tanta attenzione ed altrettanta sensibilità nei confronti delle persone affette da disabilità ed a quelle dei familiari, correlate alla volontà del FARE insieme.
Come è stato detto la città di Palermo attraverso tale Organismo, ancora una volta, potrebbe mettere a punto un modello esportabile (la capacità di costruire innovazione sociale per lo sviluppo armonico della comunità rif. Orlando).

Per il Coordinamento H Rosario Fiolo, componente con Salvatore Garofalo dell’Organismo, nel suo intervento tra l’altro ha desiderato ricordare Crispi:
Salvatore è stato definito, senza alcuna retorica, "il Gigante dei Diritti delle Persone con Disabilità" e chi gli è stato vicino può testimoniare ciò. 
Ha lottato sino alla fine dei suoi giorni, sempre in prima linea con grande intelligenza e grande ironia.
Ha anche richiamato l'attenzione su una delle tante "battaglie" condotte: Vogliamo che gli invisibili diventano visibili e la giornata odierna è un ottimo punto di partenza.


Scrive Mariolina Munna: il nuovo Organismo Territoriale per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, che mi vede coinvolta tra i componenti del Comitato tecnico scientifico, insieme a Fiorella Acanfora (intervenuta), nella nostra veste di rappresentanti della Rete dei Cse per disabili di Palermo. Entrambe siamo felici di poter lavorare per contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone disabili e di quei familiari che ogni giorno con il loro agire spesso silenzioso ed invisibile scrivono la storia della disabilità. Un grazie al Sindaco Orlando e all' Assessore Mattina, per questa importante iniziativa che traccia sicuramente un nuovo percorso per la città e i suoi cittadini più fragili.

21 luglio 2017


venerdì 12 maggio 2017

Il Volontariato non ci sta, nota del MoVI nazionale

Il Volontariato non ci sta. 
Nota del MoVI Nazionale sui prossimi decreti della Riforma Terzo settore.
Il Volontariato non ci sta, non si cancellano 40 anni di cammino. 
In questi giorni, avvicinandosi la scadenza della delega al Governo per la riforma della normativa del terzo settore (2 luglio 2017), sono state presentate le bozze di alcuni importanti decreti che vanno a disegnare il cuore delle nuove leggi, tra queste il "testo unico del terzo settore", che modifica in modo significativo il Codice Civile, e la riforma delle normative fiscali. 
Su questo il MoVI lancia un appello 
Ecco quanto scrive il MoVI:
"Ci è stato chiesto nel giro di pochi giorni di esprimere un parere sulle bozze, ma riteniamo impossibile esaminare in un tempo così breve testi corposi che affrontano questioni complesse e che modificano e stravolgono le normative che regolano il nostro mondo. 
Siamo preoccupati in particolare del rischio di arretramento sul fronte delle conquiste del Volontariato, del suo riconoscimento come agente di democrazia e partecipazione e come forza generatrice di ogni altra forma del Terzo Settore.
Contestiamo una riforma che sembra voler regolare appalti e servizi confondendoli con il Volontariato e la cittadinanza attiva.
Non possiamo accettare che si butti via in pochi giorni quanto costruito in 40 anni di cammino e di impegno!
Chiediamo al Parlamento ed al Governo di prevedere i tempi necessari per i dovuti passaggi e chiarimenti, al fine di evitare che una riforma così delicata e importante fallisca dopo aver creato tante aspettative.
Chiediamo di poter verificare le ricadute di cambiamenti anche radicali che rischiano di creare molto più scompiglio che beneficio nel sistema della solidarietà organizzata.
Chiediamo un confronto approfondito con il mondo del Volontariato, confronto approfondito che finora non è avvenuto".

Riteniamo che sia giunto il momento che il Volontariato faccia sentire la propria voce.

sabato 18 febbraio 2017

Una bomba d'amore - Un passo alla volta


Il 17 febbraio 2017, il nostro Socio Alberto Bilardo ha presentato, presso la Mondadori megastore di via Ruggero Settimo, 18 Palermo, il suo album autobiografico “ Un passo alla volta”.
Nella sala ultra gremita di parenti, amici, conoscenti, ecc. vogliamo evidenziare la sentita partecipazione del Volontariato.
Oltre alla presenza di Giuditta Petrillo, presidente del Centro Servizi per il Volontariato – Palermo e del direttore Alberto Giampino, si sono uniti a tale momento festoso e gratificante l’Associazione Luce nelle mani, l’Associazione Imago, l’Associazione ISEUM.
Presenti, oltre a nostri Soci, anche l’Associazione Panagiotis, l’Associazione di promozione sociale Passepartout, che, congiuntamente alla nostra ed altri aderenti, costituiscono la “Rete Palermo pulita”.
Anche il Presidente Michele Maraventano, la Coordinatrice Adriana Gennaro del Comitato educativo della VI Circoscrizione di Palermo, unitamente a Massimiliano Giaconia e Roberto Li Muli, hanno desiderato partecipare ad un evento ricco di contenuti, di testimonianze e di sincera commozione.
Desideriamo collegare Alberto Bilardo con Albert Einstein, non tanto per il nome, ma per volere richiamare il messaggio basilare del nostro associato al fisico e filosofo con “LA LETTERA PER LA FIGLIA LIESERL”, della quale riportiamo una significativa sintesi.

Dopo il fallimento dell’umanità nell'uso e il controllo delle altre forze dell’universo, che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento di nutrirci di un altro tipo di energia.
Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita, l’amore è l’unica e l’ultima risposta.
Forse non siamo ancora pronti per fabbricare una bomba d’amore, un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l’odio, l’egoismo e l’avidità che affliggono il pianeta.
Tuttavia, ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d’amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata.
Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, vedremo come l’amore vince tutto, trascende tutto e può tutto, perché l’amore è la quintessenza della vita…
http://www.visionealchemica.com/nel-fiore-della-vita-albert-einstein/



Alberto Bilardo crede e riesce a trasferire un potente generatore d’amore ed auspichiamo che la lettura di "Un passo alla volta" possa produrre effetti a catena che conducano, nel tempo, a fare padroneggiare la quinta essenza della vita.